La gestione del paziente respiratorio critico
La ventilazione meccanica non invasiva (NIMV) si caratterizza sempre piu` come supporto imprescindibile nel trattamento dell’insufficienza respiratoria: trova oramai stabile collocazione soprattutto nelle forme acute (IRA) e croniche riacutizzate, ma riveste un ruolo importante anche nel trattamento a lungo termine delle forme ventilatorie croniche (ostruttive e restrittive). Obiettivo principale degli studi condotti con queste metodiche di ventilazione è stato dimostrare come la NIMV sia in grado di prevenire in misura significativa il ricorso all’intubazione orotracheale (IOT) se aggiunta al trattamento medico tradizionale nelle forme non responsive a quest’ultimo; evita, infatti, i pesanti effetti collaterali connessi all’intubazione e alla ventilazione meccanica invasiva, quali per esempio la polmonite nosocomiale ventilatore-associata, la sinusite, il barotrauma, le lesioni traumatiche delle vie aeree superiori e infine la tracheotomia, spesso necessaria quando vi è indicazione a una ventilazione invasiva protratta. La NIMV inoltre offre al paziente un miglior comfort. La chiave di lettura del grande successo che tale metodica ha riportato risiede soprattutto nella precocità della sua attivazione (sin dal domicilio, al Dipartimento di Emergenza, al reparto di degenza), tenendo presente che non costituisce un’alternativa all’intubazione endotracheale e che quindi questa non va ritardata se necessaria; un’adeguata selezione del paziente è pertanto fondamentale proprio per collocare la NIMV nel suo naturale ambito di applicazione, affinchè produca i risultati migliori. Inizialmente specifiche delle aree intensive e dei DEA, negli anni si è assistito a una graduale diffusione delle metodiche di ventilazione non invasiva anche nei reparti medici, soprattutto a causa del progressivo aumento del paziente respiratorio critico in questo setting assistenziale. Nonostante ciò in Italia la diffusione della NIMV è ancora largamente incompleta ed appare pertanto fondamentale promuovere una formazione specifica su questo tema affinchè si stabilizzi nel bagaglio culturale e di competenze dello Specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio.